25/10/08

Riflessioni sciolte su El Alamein

Questa mattina, appena alzato, ho acceso contro ogni mia abitudine la televisione. Su RAI1 c'era la diretta della visita del Presidente Napolitano al sacrario di El Alamein. Aspettando che uscisse il caffe' sono rimasto li in trance a guardare: per educazione e storia familiare son cose che mi toccano. Poi mi sono chiesto, ma ha senso? Insomma i soldati italiani combattevano per un regime odioso, che in quel momento opprimeva l'Italia, e non solo, gia' da 20 anni, un regime violentemente antisemita, un regime che la guerra l'aveva iniziata, e che l'aveva fatto perdipiu' senza la minima cognizione di causa. Il tutto alleato della Germania nazista, che e' inutile commentare. El Alamein, oltretutto, e' una sconfitta. D'altra parte quegli italiani li - i fanti, i paracadutisti, i carristi, gli artiglieri, i genieri, i combattenti delle campagne nordafricane insomma - non hanno commesso crimini, hanno combattuto una guerra "pulita", l'hanno fatto con mezzi, addestramento e corpo ufficiali inadeguati, sono morti per fedelta' ad una parola data. Che poi fosse data ad un Re traditore e ad un regime criminale e tragicomico non importa molto al fine di valutare. E poi, quelli che sono sopravvissuti, sono gli stessi italiani che in massima parte si sono rifiutati, a costo di una lunga e bestiale prigionia, di collaborare con i nazisti, sono gli stessi che in parte hanno resistito in armi ai tedeschi, prima in divisa e poi sulle montagne nelle varie formazioni partigiane, gli stessi che - pacificamente - hanno abbattuto la monarchia che li aveva traditi ed hanno creato la nostra Repubblica, che hanno ricostruito come hanno potuto il nostro paese materialmente e moralmente e che, infine, l'hanno fatto ricco. Alcuni di questi uomini li ho conosciuti, alcuni molto bene, e sono per me un esempio costante di cosa significhi essere uomini, prima di tutto, e cittadini. Insomma, celebrare El Alamein ha un senso, ed e' quello di onorare quegli uomini che si sono sacrificati per una causa sbagliata, che sono anche morti, che quando sono sopravvissuti hanno capito cosa era successo e con sacrificio hanno cambiato l'Italia in qualcosa per il quale meriti sacrificarsi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo. Mi associo. Fra l'altro, Palmiro, vale anche la pena di ricordare ancora una volta e purtroppo, l'orrore dell'8 settembre, dove parecchi di quegli stessi uomini cercarono con coraggio (vedi la difesa di Monterotondo) di opporsi ai tedeschi. Quel che rende ancora piu' sordido il tradimento di una monarchia imbelle e di una casta militare incompetente e vigliacca e' che il disastro della guerra civile si sarebbe poututo evitare. I tedeschi furono colti totalmente di sorpresa dall'armistizio di Csssibile e come lo stesso consigliere di Kesserling, il colonnello delle SS Eugene Dollman ebbe a dire in seguito, dall'8 al 15 settembre circa, prima che venisse lanciata l'operazione Alarico : "Se le sei divisioni italiane intorno a Roma fossero state in pieno stato operativo e se soprattutto avessero ricevuto ordini precisi, il destino di Kesserlig sarebbe stato segnato".Il grosso dei tedeschi combatteva a Salerno e intorno alla capitale i tedeschi mantenevano poche e sparute formazioni.

Yossarian