08/01/10
Il Belpaese
Io sono un miscuglio di orgoglio patriottico ed esterofilia con propensione all'anglofilia, ma alla fine quando vedo la bandiera sventolare o sento l'inno tendo a commuovermi: mi sento un po' coglione ma e' cosi, non ci posso fare nulla. Sinceramente - non per fare il retorico - amo l'Italia. Non penso che sia meglio di altri stati, non penso che gli italiani siano speciali, sono pronto ad accogliere chiunque voglia stabilirsi qui e quindi diventare italiano. Sono orgoglioso dei risultati del mio paese: tra una miriade di problemi ed eccezioni siamo ricchi, liberi e pacifici. Anche altri ci sono riusciti, molti meglio e/o prima di noi, ma insomma il risultato in se e' straordinario, e lo e' di piu' guardando al nostro recente passato. E poi l'Italia e' un posto bellissimo, splendido, e un po' di mondo per fare confronti l'ho visto. E non e' splendido solo per la natura, ma anche e sopratutto per il lavoro degli italiani del passato, basta vedere la Toscana dove vivo. Mi riservo di giudicare l'Italia duramente, ma se lo fa uno straniero istintivamente m'incazzo. Per ora non mi e' mai capitato di mettere le mani addosso a qualcuno per questo motivo, ma a volte mi sono trattenuto a fatica. Pero' questo paese ce la mette tutta per farmi vergognare, da ultimo nel caso della rivolta di Rosarno, in Calabria. Che in Italia nel 2010 ci siano le rivolte servili, ovvero che ci siano gli schiavi io non lo posso accettare e penso che molti altri italiani non possano. Come dicevo ad un amico su Facebook, fosse per me ci manderei i Carabineri, ad aiutare i rivoltosi. Ovvero a prenderne il posto, rastrellando la zona e arrestando tutti i maggiorenni reasidenti, per poi accertarne le responsabilita' e rilasciare solo gli immacolati, tutti gli altri sono colpevoli. Perche' non si puo' vivere accanto a un lager, e spesso guadagnarne, senza essere colpevoli. Se volete vedere dove vivono in Italia nel 2010 gli schiavi qui c'e' il [LINK]
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11 commenti:
Io sono d'accordo con te in linea di principio Palmiro, ma finche' sul problema dell'immigrazione si continuera' a oscillare fra chi li vuol prendere a cannonate e chi li utilizza come paravento morale per cantare Free Nelson Mandela, ci saranno altre cento Rosarno.
Bisogna dotarsi di una normativa seria e affrontare la questione in maniera seria, perche' non ci siano piu' gli schiavi che vanno a raccogliere i pomodori per un pugno di centesimi, ma nemmeno aree di illegalita'e criminalita' come la stazione Termini, o la Centrale di Milano.
Al momento c'e' solo la Bossi-Fini, che oggettivamente e' pietosa, e nient'altro.
E'nel loro e nel nostro interesse.
Hai letto Sartori sul Corriere della Sera? Hai letto Panebianco? nnoperfettamente ragione.
E ti ricordo che Sartori e Panebianco non sono esattamente filo-Berlusconi...
E' un j'accuse che faccio a entrambi gli schieramenti, non m'interessa tirare la volata a nessuno.
L'indignazione serve a poco se si continuera' a non far nulla.
Accadra' ancora.
Devono aver introdotto la Lega Nord anche da quelle parti, altrimenti non si spiega come possano accadere certe cose.
La normativa, ok non si puo' non essere daccordo. Ne si puo' obiettare che la regolamentazione attuale fa pena, anche perche' oltre alle norme palesemente ingiuste crea dei loop burocratici paurosi. Il classico vaste programme.
Nell'attesa io sono per un programma meno vasto: se ci sono gli schiavi, e le schiave, ci sono anche gli schiavisti. Intanto arrestiamo questi, poi si vedra'.
Non ho letto Panebianco ultimamente, ma ho letto Sartori sull'Islam. Che dire, IMVHO e' completamente rincoglionito.
"ci sono anche gli schiavisti. Poi si vedra'"
Arrestiamoli, sono assolutamente d'accordo. E gli schiavi? Senza soldi, lavoro, casa, cure sanitarie, cosa faranno?
Per me resteranno in mezzo a una strada come citrulli, finche' non arrivera' qualche altro schiavista a cui loro si affideranno per disperazione.
E il ciclo ricomincera'.
Non sara' il caso di fare un po' di cose contemporaneamente, invece di dire, "poi si vedra'"?
Con tutto il rispetto Palmiro, io ho l'impressione che gli schiavisti e gli schiavi esistano perche' si e' sempre detto: "poi si vedra'"
IMVHO, Sartori sull'integrazione ha perfettamente ragione.
@Yoss: Mi hai frainteso. Io non dico che i grandi problemi non necessitino di soluzioni ampie e omnicomprensive, dico che mentre si cerca l'accordo su queste soluzioni intanto si puo agire secondo le leggi attuali, il semplice e negletto CP. Il problema non e' il "poi si veda'", il problema e' l'uso politico di un problema (scusa il bisticcio) da tutte le parti politiche. Perche' guarda che in Italia non c'e' contrapposizione tra destra razzista e sinsitra che fa entrare tutti, per nulla. In Italia c'e' una destra in buona parte razzista e una sinsitra che la insegue nel solleticare gli umori piu' bassi - che poi sono perfettamente umani - dell'elettorato. Il tutto condito da grossa inefficenza e apparati burocratici che non sono stati adeguati al compito che li aspetta e un grosso problema filosofico che fa da base al tutto. Chi e' Italiano? Quanto a Sartori, beh forse non abbiam oletto lo stesso articolo.
@Tommy: Ma no, le merde sono equamente distribuite tra la popolazione umana, sono cipolliano in questo. Poi beh, in Calabria c'e' anche la 'Ndrangheta a complicare le cose.
Si', allora ti ho frainteso. Chiedo scusa.
:-)
Quanto a Sartori, ti copio-incollo quello che il Prof ha risposto a Tito Boeri sul Corriere.
Dimmi tu se ti pare rincoglionito.
A me sembra che citi i fondamenti di uno stato democratico.
Eccola:
"Boeri mi chiede: «Pensa Sartori che chi nasce in Italia, studia, lavora e paga le tasse per diventare italiano debba abbandonare la fede islamica?». Ovviamente non lo penso. Invece ho sempre scritto che le società liberal- pluralistiche non richiedono nessuna assimilazione. Fermo restando che ogni estraneo (straniero) mantiene la sua religione e la sua identità culturale, la sua integrazione richiede soltanto che accetti i valori etico-politici di una Città fondata sulla tolleranza e sulla separazione tra religione e politica. Se l’immigrato rifiuta quei valori, allora non è integrato; e certo non diventa tale perché viene italianizzato, e cioè in virtù di un pezzo di carta."
Yossarian
@ Palmiro: ero ironico, infatti :-)
@ Yoss: Sartori fa tre errori: confonde la nazionalità con la religione; confonde gli immigrati con gli immigrati musulmani; chiede ai musulmani di diventare quello che nemmeno gli italiani sono.
La confusione tra l'essere straniero e l'essere musulmano è abbastanza imperdonabile.
Poi, l'immigrazione di musulmani è solo una parte dell'immigrazione totale, che è composta anche da molti cristiani.
La divisione tra fede religiosa e legge positiva in Italia è una barzelletta, visto che ci sono medici che non prescrivono la pillola del giorno dopo perché la considerano abortiva ed il vicepresidente del CNR (!!!) è talmente intriso di fanatismo religioso che si mette contro la Pontificia Accademia delle Scienze perché non è creazionista come dovrebbe.
Però chiediamo a muratori, panettieri e autisti di camion (cioè la gran parte degli immigrati) di mostrarsi ideologicamente decenti per il solo fatto di essere musulmani.
Non scherziamo.
@Tommy
No Tommy, sei tu che sei in errore, semmai sono i mussulmani che confondono nazionalita' e religione, stato e "chiesa".
Almeno per quelli che sono i nostri standard e se, sempre secondo i nostri standard, possiamo usare il verbo "confondere".
Non c'e' alcun accento polemico nei confronti dei mussulman, ma mi sembra un fatto storico piuttosto noto.
Quanto al resto, non ho letto con attenzione l'articolo che ha destato la polemica fra Boeri e Sartori, quindi ne ho taciuto, ma lo leggero'.
E proprio perche' ne ho taciuto ho parlato solo di quello che Sartori giudica indispensabile per quella che si definisce integrazione, e che trovi in questi due link:
http://www.corriere.it/editoriali/10_gennaio_07/sartori-pluralismo-no-multiculturalismo-ideologico_3fd04c02-fb57-11de-a955-00144f02aabe.shtml
E
http://www.corriere.it/politica/10_gennaio_05/sartori-replica-islam_ddd2dd00-f9c4-11de-ad79-00144f02aabe.shtml?fr=box_primopiano
in cui non mi pare che Sartori manifesti segni di islamofobia, ne' che chieda ai mussulmani di dimostrarsi ideologicamente decenti.
Infine, Sartori parla dei mussulmani e non fa di tutta l'erba un fascio, infilandoci gli altri immigrati.
Poi c'e' anche Panebianco con questo
http://www.corriere.it/editoriali/10_gennaio_08/panebianco_9330e16a-fc1d-11de-98e4-00144f02aabe.shtml
Appunto, non scherziamo.
Allora: l'articolo di Sartori n.1 , che innescò la polemica con Boeri, è una cotanta cazzata che la parola vacilla. Come ha scritto Leonardo Tondelli, se era un tema di terza media prendeva cinque.
I successivi articoli di Sartori sono leggermente più ragionevoli e a tratti condivisibili, ma secondo me restano viziati da una serie di stupidità di fondo.
Quanto al "fatto storico piuttosto noto", Yoss, ti devo bacchettare. Direi che si tratta di un fraintendimento storico piuttosto noto, almeno se applicato ai musulmani in generale. Ma perfino se riferito all'ideologia fondamentalista nel suo insieme è una generalizzazione non del tutto corretta, anche se certamente l'appartenenza religiosa è politicamente determinante nella loro ottica ideologica.
Esempio: per la religione musulmana, non esiste il giorno di riposo settimanale obbligato. Eppure in molti paesi (ad esempio in Egitto dove sono adesso) il venerdì è quasi tutto chiuso (e si esce il giovedì sera). Si tratta di una chiara e recente imitazione della domenica cristiana, promossa dai governi statali, anche con l'idea di presentarsi come "religiosi"... ma la religione non lo dice!
Provo a spiegarmi meglio: nell'Islam c'è sempre stata tensione tra Legge (teoricamente religiosa) e Potere, inteso come autorità statali, perfino quando queste autorità erano i califfi dei primi secoli che avevano un'autorità di tipo parzialmente religioso.
Questo problema si è cominciato a porre praticamente il giorno stesso della morte del Profeta (che ovviamente, era capo sia politico che religioso nel senso pieno) e ha continuato a peggiorare, almeno secondo certe letture della storia degli stessi musulmani.
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