25/08/09

Placebo

Pare che sempre piu' spesso medicinali in fase sperimentale vengano ritirati durante le prove cliniche perche' il gruppo di controllo che viene curato con placebo presenta risultati simili a quelli rilevati nel gruppo che effettivamente prende il medicinale. Non solo, pare che dagli anni '80 in poii la risposta ai placebo si stia incrementando. Cio', data la massa enorme di soldi necessaria per mettere a punto un medicinale che in questi casi va persa o quasi, sta preoccupando le case farmaceutiche, che di conseguenza stanno studiando con piu' atternzione i meccanismi biochimici sottesi all'effetto placebo. Leggetene qui. [LINK]

4 commenti:

Yossarian ha detto...

"we need to dominate the central nervous system."

Questa frase dell'executive della Merck, mi ha fatto venire i brividi...

Bello, e sarebbe anche ora di studiare come si deve l'effetto placebo, che in tantissimi casi, evita l'assunzione di farmaci con effetti collaterali indesiderati.

Non e' tuttavia una novita', come dimostra la storia dell'infermiera durante la guerra: l'adrenalina, e si sa da parecchio tempo, e' capace di far compiere imprese straordinarie al corpo umano: tipo la mamma che scardina la portiera dell'auto in fiamme per salvare la figlia, etc etc.

Le storie di guerra sono piene di gente mutilata che a 'mutilazione fresca', continuava a camminare come se nulla fosse.
Riconducibile a tale effetto e' anche la sensazione di prurito che, chi purtroppo ha subito l'amputazione di una gamba, prova sulla gamba inesistente.

da notare pero', che l'effetto placebo allevia e spesso elimina i sintomi, ma non e' in grado di guarire la malattia.

Il Parkinson non guarisce con l'effetto placebo, cosi' come il povero soldato con una gamba in meno dell'articolo, non sentiva dolore, ma aveva bisogno di essere curato, altrimenti, o l'emorragia, o la setticemia, l'avrebbero spedito al creatore.

E non so se hai notato, che le applicazioni dell'effetto placebo sono riconducibili in gran parte a patologie neurologiche, un territorio dove il confine tra 'suggestione' e 'chimica' e' sfumato.

In questo caso, farmacodinamica ( quel che il farmaco fa al corpo umano), e farmacocinetica (quel che il corpo umano fa al farmaco) si trovano davanti a sviluppi davvero interessanti.

Pensa alle malattie psicosomatiche, o a quelli che si fanno venire le 'stimmate'.

va da se', che la spiegazione e' razionale e scientifica e non risiede come io e te ben sappiamo, nel diluire l'ingrediente attivo di un farmaco un miliardo di volte nell'acqua...

Ciao :-)

bel post

Palmiro Pangloss ha detto...

Rispondiamo con ordine.

Si, la frase ha un che di inquietante, ma d'altra parte e' vero che la frontiera e' quella, e che la ricerca in materia e' quasi tutta fatta dalle big del settore farmaceutco.

Non sono molto daccordo con la divisione netta che fai tra malattie neurologiche e "fisiche". A quanto leggo e sento - e sono anchio filgio di medico - lo scenario che si sta delineando e' che molte patlogie ritenute "fisiche" sono influenzate almeno in parte dai sistemi nervoso ed ormonale. Lo studio diquesti meccanismo e' *veramente* interessante anche per patologie fin'ora ritenute fisiche. Certo, se una granata ti strappa una gamba c'e' poco da fare. E comunque - a quanto ho capito - non e' solo un fatto di risposta al dolore - che gia' e' importante per assicurare qualita' della vita al paziente - ma anche di accellerazione di sistemi di recovery interni all'organismo.

Quanto all'accenno all'omeopatia, ti confesso che uno degli obiettivi di questo pote' quello di fare da specchietto per le allodole. E attendo con ansia che lo noti la cara Rosa con la quale tempo fa ci siamo scannati dal vivo su questo argomento con l'accalorata partecipazione di Eugenio ed altri.

Anonimo ha detto...

Si’, Palmiro, concordo: pero’ quello che volevo dire (ricordando che comunque non sono un medico) e che forse ho spiegato male, e’ che nel caso di malattie degenerative gravi come Parkinson e Alzheimer, allo stato attuale della ricerca e a quanto si evince dall’articolo, l’effetto placebo non cura la malattia: non ti guarisce, ma come hai sottolineato tu, ti migliora la qualita’ della vita, il che spesso e’ un enorme miglioramento e significa tantissimo, ma, detto brutalmente, il Parkinson te lo tieni.

Quanto a Rosa: beh, non mi riferivo a lei, quando accennavo all’omeopatia. Una volta tanto non la volevo tirare in ballo.

La mitica Rosa, ha delle idee un po’ bislacche in merito, sono d’accordo con te, ma non pratica il vodoo e la stregoneria, dai…non mi riferivo a lei 

Oltretutto, tendo a evitare i sottintesi e quando voglio discutere con una persona, glielo faccio capire in maniera inequivocabile e diretta 

Bel post Palmiro


Yossarian

(sono io di fretta, non ho potuto loggarmi)

Palmiro Pangloss ha detto...

Tu non ti riferivi a Rosa perche' non c'eri al compleanno di Maisele, altrimenti ti ci saresti riferito eccome! :-)

Quanto al post, mica e' tanto bello, semmai e' interessante l'articolo segnalato. In realta' il livello dei miei post e' bassino: un po' devo essere un po' scemo io, un po' non ho veramente tempo. Tu piuttosto hai una media impressionante come qualita' dei post, o Rosa, o Eugenio.