03/07/09

Fenomenologia del rossobruno

Varg spiega con poche, azzeccate, parole quello strano essere che e' il rossobruno:

Il rossobruno è una persona con un'altissima concezione di sé e delle proprie capacità. Allo stesso tempo questa persona, per via di un lavoro noioso, della mancanza di un partner, di un basso reddito o di un mix delle tre cose, si trova a vivere una vita insoddisfacente. Il contrasto che trova fra l'alta considerazione di sé e la sua mancata riuscita esistenziale viene dal rossobruno imputata non a proprie mancanze, ma al sistema in cui vive, che viene gradualmente ad identificarsi col male assoluto, la cui fine garantirebbe a lui un'esistenza migliore. Insomma, una volta venuto meno il satana che gli tarpa le ali, il rossobruno ritiene di potersi finalmente librare alto in cielo conformemente alla sua intrinseca natura di aquila, e per questo fa il tifo per qualsiasi cosa sia in qualche modo contrapponibile al satana che lo opprime. Questo fattore liberatorio che si contrappone al male viene quindi, per via di un semplice approccio dualistico identificato con il bene e qui arriva il punto: nonostante quanto detto, il rossobruno comunque condivide con la civiltà a cui appartiene tutta una serie di principi, secondo i quali far crollare due torri uccidendo cinquemila persone o ammazzare dei manifestanti che protestano contro delle elezioni fasulle sono cose sbagliate e che pertanto i rappresentanti del bene non possono aver davvero compiuto. Da qui le teorie del complotto, quelle teorie cioè che fanno ricadere la responsabilità dell'atto da loro percepito come negativo, comunque sulla parte che a loro è nemica. Per questa ragione, o Neda era un agente della CIA, o era una vittima inconsapevole dei maneggi delle plutocrazie, o il suo assassinio non è mai avvenuto. Al fine di non ammettere che i suoi possano compiere il male, di fronte a un atto malvagio il rossobruno sostiene sempre che non sia avvenuto o che comunque in ultima istanza i responsabili siano i cattivi.

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