25/04/06

25 Aprile


Come tutti gli anni da piu' di deci anni a questa parte - da quando Berlusconi e' in politca sara' un caso - la ricorrenza dell'anniversario della liberazione dall'occupante nazista e della debellazione della RSI e' inquinato da polemiche alimentate dalla parte peggiore della destra italiana, quella parte che in qualche modo si sente erede del regime fascista o che, pur non essendolo, preferisce negare il fondamentale apporto dei partigiani comunisti alla liberazione. La faccenda si risolve sempre in un diverbio tra chi, non potendo ammettere apertamente che avrebbe preferito un 25 Aprile ben diverso, sminuisce la resistenza parlando solo del cotnributo USA e chi parla solo della resistenza dimenticando il diretto contributo di sangue americano, inglese, del commonwealth, polacco e di altre nazioanlita' e quello sovietico indiretto ma non meno importante.
Una cosa ci tengo a puntualizzare: e' certamente vero che la resistenza e' stata dopo il ventennio fascista l'unico modo per l'Italia per rigenerarsi in una democrazia pluralista e che il contributo comunista - con tutte le riserve che ho per il PCI - fu fondamentale (qui un ottimo post di Rosalucsemburg in merito).
Ma e' anche vero che dopo lo sbandamento iniziale il Regio Esercito si riformo' al sud al pari di Marina ed Aeronautica e combatte' contro i tedeschi al fianco degli alleati. Il contributo di questi uomini, circa mezzo milione, e' praticamente sconosciuto in Italia ma non puo' essere dimenticato ne sminuito e fu, sul piano politco, altrettanto importante della resistenza nel contribuire a fare dell'Italia in breve un alleato delle democrazie e non uno stato sconfitto al pari di Germania e Giappone. Per non parlare di tutti quei soldati che, finiti prigionieri dei tedeschi dipo l'8 Settembre '43, preferirono restare nei campi di prigionia nelle condizioni che sappiamo piuttosto che servire nelle forze armate della RSI.