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Sul subject di questo blog vi segnalo una
bella favoletta morale scritta dal mio amico
Eugenio. Sull'argomento la mia posizione è semplice, se v'interessa vado ad illustrarla: non ne so una sega, o meglio ho la cultura scientifica di base data da un liceo scientifico abbastanza serio e molto lontano più qualche lettura divulgativa seria che non mi permette un giudizio personale indipendente. Da ciò consegue che adeguo la mia opinione sulla base del consenso tra gli specialisti del settore, il quale consenso concorda sul fatto che un riscaldamento globale è in atto, concorda con minore concordia (scusate il bisticcio) sul fatto che le attività umane contribuiscano a questo fenomeno. Sulla misura di questo contributo, a quanto ci ho capito, il dibattito è aperto. Piu' di questo, a mio modestissimo giudizio, se non sei un climatologo è meglio che non dici nulla che tanto ti sputtani. C'e' però un problema sul quale posso esprimere un'opinione ragionevolmente dignitosa, ovvero sul dibattito
mediatico sul global warming, un dibattito ridicolmente ideologizzato e polarizzato tra una parte che urla "Penitenziagite! Moriremo tutti entro due mesi! Dobbiamo tornare al modello economico del neolitico!" e l'altra che strepita "Tutte cazzate! Sono i soliti Comunisti di Merda (tm) che attentano al modello di vita occidentale, consumate come se non ci fosse un domani che tutto va bene!". I primi mi paiono i soliti che prima si opponevano al modello economico mainstream, ovvero l'economia di mercato, su basi marxiste o meglio sedicenti marxiste (che Marx era un pericoloso sviluppista) i quali, sconfitti dalla storia e dall'economia, cercano una rivincita "verde". I secondi sono una banda di cretini ignoranti spaventati dal futuro e, talvolta, prezzolati. La conclusione? Boh, staremo a vedere, ma ritengo piu' plausibile che passi dai laboratori e dalle officine che dai campi di rape arati a mano.